Costruire e vivere in una casa ecosostenibile è possibile e la casa in paglia ne è una dimostrazione. Aumenta l’interesse verso la bioedilizia e l’autocostruzione con materiali 100% naturali. Tecniche costruttive basate sul risparmio energetico che conducono al benessere del Pianeta e delle persone. La natura ci fornisce innumerevoli risorse per costruire un luogo salubre e una struttura intelligente progettata secondo la bioclimatica. In questo contesto vi presentiamo la storia di Maria Giulia Monti, architetto che si è dedicata all’autocostruzione e all’architettura circolare.
Sempre più persone si stanno interessando, formando e dedicando all’autocostruzione della propria casa, impiegando materiali naturali. Tu Giulia ne sei un esempio. Come ti sei avvicinata a questo mondo?
“Tutto ha inizio a Firenze, dove ho frequentato il Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Architettura e mi sono laureata conseguendo il titolo di architetto. Durante i miei studi universitari, ho sempre riscontrato un forte interesse per la bioarchitettura strettamente legata al contesto e l’architettura del paesaggio. In questi anni capì che la città non era il mio ambiente ideale di vita e decisi di esercitare la professione nel mio paese di origine, Pollenza (MC)”.
“Mio padre aveva ereditato un pezzo di terra con dei ruderi che voleva restaurare e dove aveva impiantato un uliveto. Quando mi ha presentato il progetto in cemento armato l’ho interrotto dicendo «aspetta un attimo»! Contraria alla sua proposta, ho fatto una ricerca sul web per capire se e come si potesse veramente realizzare un’architettura sostenibile sotto tutti i punti di vista e ho scoperto che tutto ciò era possibile grazie alla paglia; ho scoperto un materiale performante e facile da mettere in opera che permette a chiunque di costruire in autonomia la propria casa e ho iniziato a frequentare cantieri in autocostruzione”.
I suddetti cantieri erano localizzati in Italia o per raggiungerli sei andata all’estero?
“In Italia. Il primo cantiere che ho frequentato era un cantiere di area familiare a Rimini. Successivamente ho lavorato in Umbria, vicino ad Arezzo, verso Bologna e in Veneto (per citarne alcuni). Rispetto a cinque o sei anni fa, quando ho iniziato a lavorare, questi cantieri nel tempo sono aumentati notevolmente”.
Abbiamo parlato della paglia quale materiale di costruzione sostenibile. Quali sono i benefici e i vantaggi di utilizzarlo nell’edilizia?
“Innanzitutto, la paglia è un ottimo materiale isolante per la casa. Riesce a mantenere la temperatura interna degli ambienti più o meno costante, indipendentemente dalla temperatura esterna. Questo comporta un risparmio economico in termini di gestione dell’edificio. Ovviamente, la paglia svolge questo compito in sinergia con l’intero pacchetto murario che si va a mettere in opera. Mi riferisco agli intonaci che in questo caso sono molto spessi (minimo 4 o 5 cm). Normalmente sono in grassello di calce o calce idrata all’esterno e terra cruda all’interno, quindi materiali che mantengono inalterata la traspirabilità della parete e della paglia. In questo modo avremo una muratura che trattiene il calore ma allo stesso tempo permette il passaggio del vapore acqueo e la dispersione dell’umidità, così da evitare problemi di muffe, condense, formazione di funghi o altre condizioni insalubri all’interno delle pareti domestiche”.

“Inoltre, la paglia è un materiale a Km zero, uno scarto della coltivazione del grano, quindi un rifiuto. Andando a riutilizzarla in edilizia, si attiva un circolo virtuoso di economia circolare e di sostegno dell’agricoltura locale.”
“Altro vantaggio è legato all’aspetto sociale dell’autocostruzione e alla possibilità di creare una rete che permane nel tempo. Autocostruzione non vuol dire dover costruire l’intera casa in autonomia; potrebbe anche essere strutturata con la presenza di artigiani fissi in cantiere. In quel caso il committente partecipa e da il proprio contributo nel tempo libero oppure per quello che ne ha piacere. È un modo per sentire ancora più nostra la casa che scegliamo come riparo ma non deve per forza essere un impegno enorme”.
Ci sono anche tanti professionisti che collaborano a questo progetto e solitamente provengono da diversi ambiti. Per un progetto di casa in paglia, quali sono le figure che intervengono?
“Noi attualmente stiamo lavorando in team. Di solito c’è l’architetto che si occupa della parte funzionale ed estetica dell’edificio. Mi riferisco agli aspetti legati al miglioramento delle prestazioni dell’edificio quindi agli accorgimenti bioclimatici, la ventilazione naturale e le serre solari. C’è l’ingegnere che lavora a stretto regime con l’impresa che realizza la struttura portante della casa. È importante che l’architetto, l’ingegnere e l’impresa che realizzerà anche solo la struttura portante collaborino a stretto regime in quanto si devono rispettare i tempi della natura quindi i lavori devono avvicendarsi velocemente e senza problemi. Per fare un esempio, la paglia non può essere lavorata d’inverno o con la pioggia per non esporla all’acqua e la calce non asciuga bene sotto i 5 gradi. Infine, l’ultima figura che concorre è quella dell’impiantista che aiuta a capire il funzionamento energetico, si occupa del dimensionamento del fotovoltaico, della pompa di calore e di tutti gli impianti funzionali alla casa”.
Raccontaci della vostra associazione: Poliedra
“Poliedra è l’associazione con cui gestiamo la parte dei corsi e di formazione del nostro cantiere in autocostruzione. Nasce nel 2016 come associazione dedicata al bambù. Un materiale molto diffuso, facile da lavorare, leggero ed è utilizzabile in tantissimi campi: dall’agricoltura all’architettura fino all’artigianato, l’arredamento e la fibra tessile”.
“Io e il mio compagno Rodolfo, con cui lavoro e collaboro, ci siamo appassionati al bambù e destino ha voluto che proprio in quel periodo abbiamo visto un Talk TED di Elora Hardy, architetto americano che vive a Bali (Indonesia) che ha creato lo studio Ibuku. Lavorano in sinergia professionisti occidentali con artigiani locali indonesiani e hanno creato il Green Village e la Green School, ossia un intero villaggio in bambù con ville, anche di lusso, di 6 piani. In questo Talk proponevano dei corsi. La sera stessa abbiamo acquistato i biglietti e siamo partiti per l’Indonesia. Partecipando a questi corsi, abbiamo imparato come costruire in bambù e come metterlo in opera. Tornati in Italia, abbiamo fondato questa associazione”.
“Oggi in Poliedra non ci occupiamo solo del bambù ma anche di sostenibilità a tutto tondo, di autoproduzione e di formazione. Un bel mix di temi. Con noi ci sono anche dei ragazzi che lavorano con la terra cruda e con la ceramica. Dallo scorso anno abbiamo inserito anche la formazione sulla paglia e sul cantiere. ? un periodo molto interessante per fare ricerca e sviluppo e provare varie tecniche sia di costruzione che di intonaci, utilizzando materiali diversi. L’anno scorso abbiamo realizzato una serra di 4×6 metri, tutta interamente in bambù ed è risultata una struttura molto sicura e resistente”.

“Nelle scorse settimane Rodolfo, il mio compagno, è riuscito a stringere delle convenzioni con l’Università Politecnica delle Marche e con l’Università di Bologna per compiere dei test di laboratorio strutturali sul bambù che raccogliamo e trattiamo, in modo da capire esattamente quanto questo materiale è flessibile, quanta compressione sopporta per poter iniziare realmente ad inserirlo nell’edilizia vera e propria”.
A questi corsi possono partecipare solamente gli addetti al settore? Quali sono le date della nuova stagione?
“Tutti possono partecipare. Anzi, il più delle volte sono persone con competenze lontane dal settore edile. Anche perché chi lo fa di mestiere è più restìo alle novità e al cambiamento. Riprendiamo dal 29 aprile al 2 maggio con gli intonaci esterni in calce, grassello e cocciopesto, per poi passare agli intonaci interni in terracruda dal 27 al 30 maggio, ma il cantiere è sempre aperto gratuitamente per volontari e curiosi. Per maggiori informazioni si può visitare il nostro sito http://poliedra.xyz/ e i nostri social (Facebook e Instagram)”.

Via A.Buccolini 38 – Urbisaglia MC
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