CUPRAMARITTIMA (AP) – Ieri sera è stato proiettato al cinema Margherita il thriller-horror In a Lonely Place (2016) del giovanissimo regista Davide Montecchi di Rimini. Un horror atipico che si focalizza su temi psicologici particolari. Il film è stato presentato da Caterina Di Girolami e la successiva intervista a Montecchi è stata condotta da Tommaso La Selva.
Il film è girato in inglese ed è ambientato in un albergo abbandonato degli anni Sessanta vicino all’aereoporto di Rimini dalle caratteristiche decadenti e spettrali. I personaggi e protagonisti sono solo due, Thomas (Luigi Busignani) e Theresa (Lucrezia Frenquellucci). La storia parte dalla fine e si svolge a ritroso, svelando retroscena e particolari macabri della narrazione. Thomas ci viene presentato sin da subito come un pazzo psicopatico che ha legato Theresa ad una sedia della sala da pranzo abbandonata dell’hotel. Continui flash-back rendono consapevole lo spettatore di ciò che è accaduto e sta succedendo in una luce color ruggine, semi-accecante. In a Lonely Place scende nei meandri più oscuri del nostro labirinto mentale e scopre verità scomode, che fatichiamo ad ammettere persino a noi stessi.
“Per fugare preventivamente ogni dubbio, il protagonista è una versione molto caricaturale di me stesso.”, spiazza il pubblico dopo la proiezione Montecchi, “Sono io quello che vive storie d’amore tormentate, malinconiche, ossessive. Ho riversato in Thomas le mie inquietudini e paure.” L’albergo, grande terzo personaggio della vicenda, è stato abitato, quando ancora in attività, dai nonni del regista per qualche mese nel periodo della sua infanzia. Un posto evocativo, quindi, nella mente dell’ideatore e location ideale per un film di paura, dominato da lastre di vetro, specchi, set di bicchieri e posate lasciati al loro destino.
Il film è ricco di spunti e citazioni, come Cube (1997) e Shining (1977), ed elementi filosofici della corrente gnostica.
La pellicola è stata proiettata già in varie parti d’Italia ed ha avuto un riscontro più che positivo sul pubblico.
di Donatella Rosetti