Foto: Anita Esposito
di Donatella Rosetti
Domani sabato 1 Aprile all’Heartz Club di Fermo alle 22 inizia il Michel Tour di Mudimbi, rapper sambenedettese molto in voga in questo momento. La scenografia del live sarà disegnata interamente da Maicol&Mirco, celebre fumettista grottammarese.
Il ragazzo italo-congolese si fa notare su Radio Deejay nel 2013 con il singolo Supercalifrigida (prodotto da The Clerk) dalle rime graffianti e crude. La canzone fu trovata da Shorty (Francesco Sortino), deejay che affianca Albertino, su un blog londinese (presa da un portale americano EDM che l’aveva “spammata” per il mondo) e fu trasmessa nel programma di allora Asganawai (2011-2014). Mudimbi l’aveva inviata a diversi siti ed è rimasto piacevolmente sorpreso da questo straordinario colpo di fortuna.
Il rapper, però, non si è fatto prendere la mano dell’entusiasmo e, dopo varie collaborazioni, ha sfornato il suo primo cd il 24 marzo 2017 con una campagna di promozione particolare, che ha destato l’attenzione delle persone. Adesivi con la sua faccia da bambino stupita a sette mesi sono apparsi sull’arredamento urbano di diverse città italiane.
“Tipi da Club” e “Schifo” sono i due video disponibili su You Tube, estratti dall’album Michel, che contiene dodici tracce. Il suo album è autoprodotto ed è disponibile in formato mp3 su iTunes e canali di streaming musicale come Spotify, in formato cd su Mudimbi.com (http://mudimbi.bigcartel.com/products).
Come sei arrivato al rap?
Cercavo qualcosa da fare quando ero ragazzino, fare rap era gratis, non c’erano soldi da investire, e mi è sembrata la strada più logica e funzionale da intraprendere. È stato per anni un hobby nelle serate dance, reggae, dubstep, drum’n’base, in cui cantavo assieme ad altri deejay. Col passare del tempo mi sono accorto di essere molto capace a rappare e l’ho trasformato in un lavoro parallelo al mio mestiere di meccanico, che ho lasciato a maggio dell’anno scorso per diventare rapper a tutto tondo.
Il rap vecchio stampo in genere nasce da dei disagi personali, tu che disagio racconti?
Disagi non ne ho, piuttosto sono io che metto a disagio gli altri. Io sto da Dio, non mi manca niente. In realtà, credo si senta dal mio rap che non me la passo male. Discuto di tutto e sono critico nei confronti di qualsiasi argomento, perché sono un osservatore, e lo riporto dal mio punto di vista. Non custodisco la verità assoluta e per me la musica non è una valvola di sfogo. Sono ironico e spesso ciò che dico va letto al contrario, è il mio modo di essere: parlo come rappo.
Quanto tempo hai impiegato per realizzare l’album e ci sono delle canzoni di cui vai in particolar modo fiero?
All’incirca un anno e qualche mese. La fase di scrittura è la più lunga, devi aspettare che arrivi l’ispirazione o la devi andare a cercare. Io sono il genitore dei miei pezzi, che per me rappresentano una situazione ben definita e distinta. Tutte le tracce sono importanti alla stessa maniera.
Qual è la particolarità del tuo cd?
Il formato fisico è molto meglio di quello digitale. È un fumetto “gioca e colora”, simile a quelli per bambini ma in questo caso per adulti “ritardati”, con dodici illustrazioni de “Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco” per ogni canzone dell’album. Sono disegni da colorare, ritagliare, incollare. Una volta completati da chi ha acquistato l’album, è possibile inviarmene una foto e vincere dei premi. Volevo fosse un’iniziativa creativa per divertire e coinvolgere la gente.
Come sono le tue performance dal vivo?
Sono uno spettacolo! Mi piace intrattenere, quindi il mio show è dinamico, colorato, scenografico, fa ridere. Le persone devono uscire dai miei concerti con un bel ricordo. Finora non si è mai lamentato nessuno e nessuno ha rivoluto indietro il biglietto.