“Sognando ad occhi aperti, mi piacerebbe essere un esponente del movimento di Neuropsicanalisi”. Esordisce così Leonardo Silenzi durante la nostra intervista, o meglio conversazione. Ventitreenne sanbenedettese, si trasferisce in America per fare ricerca. Studia Informatica e Chimica, si laurea in Biologia with honors (tradotto: con lode) e si specializza in Neuroscienza all’Università Wake Forest, nella Carolina del Nord. “In futuro? Ad oggi non vedo altra visione che fare ricerca e lavorare nel mondo accademico” ci racconta. “Voglio studiare per tutta la vita mettendo le mie conoscenze al servizio degli altri, per portare a qualche buon risultato che possa aiutare il mondo e fare qualche scoperta importante. Per me, non esiste niente di più affascinante che ammirare la complessità”.

Il suo percorso accademico è stato influenzato da illustri docenti. Per citarne alcuni, il dott. Vincenzo Luciani e il figlio Daniele Luciani, psicoanalisti lacaniani originari di Pagliare del Tronto (AP), e Sandro Novelli. “Mi hanno fatto entrare in un mondo complesso, un mondo dove c’è sempre qualcosa al di sotto di quello che noi pensiamo esista” commenta Leonardo. Il cervello è l’organo e il sistema più complesso al mondo. Per descriverlo al meglio, cita l’espressione del prof. Cacciari: «il cervello è un’orchestra che compone la sinfonia che sta suonando. Suona componendo e compone suonando».
A New York collabora con una prof.ssa italiana, Cristina Alberini, esponente della Neuropsicanalisi; incontro che gli ha rivoluzionato la vita. “Siamo agli albori di questo movimento e lei sostiene che sarà la mia generazione a portarlo avanti. Il mio obiettivo è mettere in comunicazione i campi della Psicoanalisi e della Neuroscienza, ora separati”. Nello specifico, Leonardo vorrebbe studiare come l’ambiente va ad influenzare la plasticità cerebrale e come questo determini il nostro cervello. “Con la dott.ssa Alberini, abbiamo osservato come le esperienze infantili nei primi 3 anni di vita di un essere umano (amnesia infantile), vanno ad influenzare il comportamento nell’adulto. Grazie all’utilizzo di tecnologie come la chemogenetica, possiamo dare una risposta a domande molto interessanti”.
Vincitore di molte borse di studio, viene definito dal suo professore americano, il dott. Silver, uno dei 5 migliori studenti che hanno frequentato il laboratorio di Biologia in 37 anni. “Il dott. Silver è un fenomeno– conferma Leonardo – uno dei migliori mentori che ho avuto all’Università. Ha giocato un ruolo importantissimo nella mia educazione. Ho seguito una sua classe di biologia sensoriale e ho chiesto di poter lavorare nel suo laboratorio“.

“Con lui ho costruito il mio primo progetto personale e questo mi ha permesso di crescere tantissimo. Mi ha dato responsabilità, indipendenza e mi ha permesso di fare una scoperta interessante: abbiamo identificato un neuropeptide. È un professore che ti dedica del tempo e si rende sempre disponibile. Sono stato per ore nel suo ufficio a discutere dei dati e gli sono immensamente grato. Non so utilizzare altre parole per esprimere la gratitudine che ho nei suoi confronti, ma come lui anche tante altre persone”.
“Quello che mi porterò sempre dentro è il rapporto con i professori che qui è fenomenale. Hanno fatto della loro vita l’educazione degli studenti. Educazione, non istruzione. Sono due concetti molto diversi. Educazione viene dal latino educere, tirare fuori. Se ti impegni, se mostri dedizione, dimostri che ti vuoi spendere e vuoi imparare da loro, riescono a tirar fuori tutta la tua passione”.
In futuro, vorrebbe proseguire i suoi studi con un dottorato ad Harvard. Buona fortuna Leo!
